10 February 2007

Sul valore della democrazia

La democrazia non è un valore; non è un fine da perseguire, non è una
fortezza politica.

Partiamo da un fatto storico: le grandi dittature sono nate, laddove era già sviluppato un senso civico verso la democrazia, attraverso il consenso popolare - si pensi ad Hitler e Mussolini, e anche a Stalin, e persino Mao, considerando che il partito comunista era strutturato in modo democratico; fatto che, a mio parere, fa della dittatura una degenerazione della democrazia, e non una sua mera antitesi.

In secondo luogo la gestione dello stato richiede grandi competenze, e la responsabilità di ogni azione "dirigente" fa passare in secondo piano l'opinione che una parte del paese ha verso tali decisioni. Penso che una società con scarse libertà individuali, ma gestita da persone competenti, perlomeno si autosostiene (ossia è utile a chi la governa); in una società nella quale mancano persone competenti al potere, pur essendovi "libertà", collassa, non funziona. Pertanto la democrazia è semmai un passo ulteriore verso una migliore fruizione della collettività.

In democrazia, quando le cose vanno bene, cioè le regole stabilite alla sua nascita sono condivise e rispettate, tutto funziona; tuttavia non si può dire che sia merito della democrazia o delle regole stabilite comunemente: è piuttosto un equilibrio, che considero instabile, tra i poteri dello stato che si realizza grazie al senso civico di coloro che occupano quei poteri oppure grazie al fatto che quei poteri si controllano fra loro.

E finché dura questo equilibrio tutto va bene, ma...
... nonostante il senso civico imponga una costante informazione e allerta per difendere la nostra libertà, non vi è nessuna garanzia che questo accada davvero!
Cioè la democrazia funziona se, come Mazzini era convinto, una mano divina guidasse il popolo nella scelta dei propri governanti. Non ho mai condiviso questo pensiero, anzi lo reputo un'infantile illusione!

In una società come la nostra, in cui c'è una forte competizione sociale, sono in pochi a controllare che l'informazione sia libera ed accessibile a tutti, la preoccupazione più grande non è «non farsi fregare» bensì «guadagnare di più, anche a costo di fregare gli altri»; tenendo pure conto del fatto che all'informazione "genuina" si aggiungono, senza essere di fatto bloccati, tutti quei filoni informativi "depistanti". In una società dove l'opinione pubblica ha un grande valore, bisogna difendere le opinioni stesse da false informazioni; sì, le leggi ci sono ma...
... per chiunque è più facile gettare altra polvere negli occhi piuttosto che cercare di fare chiarezza. Questo è fondamentale, perché da questo si deduce che ad una forza che sfrutta l'ignoranza collettiva, riesce più facilmente ad opporsi una forza della stessa natura. E purtroppo in una competizione politica in cui bisogna accapparrarsi più polli, i polli sanno giocare bene nel proprio ruolo.

Questo significa due cose: che in una democrazia siffatta la cultura tende ad abbassarsi, perché sono gli ignoranti, la maggioranza, a comandare; e che chiunque voglia diventare un capo di stato deve fare i conti con queste forze (e se due forze si mettono daccordo non c'è proprio spazio per gli altri, dato che tutto si risolve in "Io dò la colpa a te, che tu la dai a me"... Oohps, ma non è che così sto dando qualche suggerimento?!? Spero che non leggano questo post altrimenti si mettono daccordo davvero!)

Per quanto riguarda il primo punto voglio fare due esempi: il declino dell'istruzione pubblica italiana e quello dell'informazione. L'istruzione pubblica ormai è passata dalla formazione culturale alla produzione di tecnici, i quali stanno al servizio del sistema industriale. Non discuto che debba essere data tale possibilità, ma il problema è che non esiste un'informazione alternativa. L'istruzione si è adeguata alla cultura popolare, anziché curarsi di coltivare una diversa cultura. Per quanto riguarda i sistemi di comunicazione di massa, il discorso vale allo stesso modo, anche se il declino è più evidente; per contro la sua importanza è relativamente più bassa.

Tutto questo si aggiunga al quesito seguente: quante persone protestano per la propria squadra (di calcio, ovviamente!) del cuore, che non dà loro ricchezza, anzi esige spese (abbonamenti tv o stadio, spostamenti, periodici d'informazione), e quanti invece protestano per ciò che li riguarda davvero?

In un sistema simile chi davvero ti prende sul serio se vuoi combattere la criminalità organizzata sono quelle persone che controllano questo sistema; e sono molto pericolose tanto più ti trovi solo a combattere una battaglia contro nemici che possono agire nella confusione. E se vuoi opporti allo strapotere economico di alcuni gruppi industriali il cammino non è mica più facile! In tutto questo mi sembra che il popolo avente diritto al voto agisca, contro il potere costituito e a volte contro la criminalità organizzata come una specie di schermo che li protegge e li rende ancora più forti (è un po' come quello che accade in elettrostatica...).

Così io vedo la democrazia al giorno d'oggi!

1 Comments:

Blogger Libano:

Anche io condivido gran parte delle cose che hai scritto. Complimenti bel post!

13/2/07 09:05  

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