28 June 2007

Salute!

Una volta leggevo - non so dove, non so come... - che pare sia impossibile tenere gli occhi aperti mentre si starnutisce. Stamattina ne ho avuto una prova, in auto, mentre giudavo spericolatamente in mezzo al traffico cittadino di Cagliari. Dovremmo pensare ad un futuro in cui ogni autista debba prendere qualcosa contro lo starnuto?

21 May 2007

Sex crimes and Vatican

Pare che la Rai non voglia dare il permesso di trasmettere questo filmato. Boh?!? Io ci ho pensato, effettivamente sarebbe un programma assolutamente inadatto ai bambini!
Voi cosa dite?

04 April 2007

Sul rispetto delle regole

Vorrei riportare un sunto di un breve articolo apparso sul giornale di Sardegna poco tempo fa. S'intitola
"Stile inglese da imitare" - la non certezza della pena aumenta la voglia di trasgredire. Autrice dell'articolo, una giovane ingegnere (my sister :D), che si trova a Londra per lavoro.
Ha fatto le seguenti osservazioni, certamente niente di rivoluzionario, ma vale la pena di scriverlo su un blog, così com'è valsa la pena pubblicarlo su un quotidiano:

1. L'italia è un paese con tante leggi, ma c'è troppo protezionismo nei confronti dei delinquenti, e quindi spesso non vengono fatte rispettare; si pensi - aggiungo io - agli inviti rivolti da alcuni parlamentari a non pagare le tasse, o alle apologie degli evasori fiscali...

2. Ci sono paesi in cui le leggi vengono fatte rispettare senza bisogno di grandi sforzi coercitivi; esempio, in Inghilterra molti stadi non hanno recinzioni e anche solo per offese verbali si passano guai, e sono in pochi a lamentarsi (e viene data loro poca importanza)... ma l'Inghilterra non è la patria degli Hooligans? E che dire quel ragazzo che ha ucciso l'ispettore di polizia Raciti durante delle sommosse in occasione di Catania - Palermo? Mah...

3. La storia del diritto alla privacy non attacca in Inghilterra; cioè, ci sono tante telecamere di sorveglianza messe a presidio nei punti cruciali, e non ci si lamenta della privacy; qui non è che ci si lamenti tanto, a parte quando si parla di prevenire crimini.


Il punto che più mi affascina del discorso è che quando si instaura nei cittadini un senso di civiltà, non è necessario spendere tante risorse per far rispettare le leggi, anche perché saranno i cittadini stessi a difendere lo stato e non il criminale!


Detto questo, Buona Pasqua a tutti! (e anche buon ferragosto e buon natale...)

10 February 2007

Sul valore della democrazia

La democrazia non è un valore; non è un fine da perseguire, non è una
fortezza politica.

Partiamo da un fatto storico: le grandi dittature sono nate, laddove era già sviluppato un senso civico verso la democrazia, attraverso il consenso popolare - si pensi ad Hitler e Mussolini, e anche a Stalin, e persino Mao, considerando che il partito comunista era strutturato in modo democratico; fatto che, a mio parere, fa della dittatura una degenerazione della democrazia, e non una sua mera antitesi.

In secondo luogo la gestione dello stato richiede grandi competenze, e la responsabilità di ogni azione "dirigente" fa passare in secondo piano l'opinione che una parte del paese ha verso tali decisioni. Penso che una società con scarse libertà individuali, ma gestita da persone competenti, perlomeno si autosostiene (ossia è utile a chi la governa); in una società nella quale mancano persone competenti al potere, pur essendovi "libertà", collassa, non funziona. Pertanto la democrazia è semmai un passo ulteriore verso una migliore fruizione della collettività.

In democrazia, quando le cose vanno bene, cioè le regole stabilite alla sua nascita sono condivise e rispettate, tutto funziona; tuttavia non si può dire che sia merito della democrazia o delle regole stabilite comunemente: è piuttosto un equilibrio, che considero instabile, tra i poteri dello stato che si realizza grazie al senso civico di coloro che occupano quei poteri oppure grazie al fatto che quei poteri si controllano fra loro.

E finché dura questo equilibrio tutto va bene, ma...
... nonostante il senso civico imponga una costante informazione e allerta per difendere la nostra libertà, non vi è nessuna garanzia che questo accada davvero!
Cioè la democrazia funziona se, come Mazzini era convinto, una mano divina guidasse il popolo nella scelta dei propri governanti. Non ho mai condiviso questo pensiero, anzi lo reputo un'infantile illusione!

In una società come la nostra, in cui c'è una forte competizione sociale, sono in pochi a controllare che l'informazione sia libera ed accessibile a tutti, la preoccupazione più grande non è «non farsi fregare» bensì «guadagnare di più, anche a costo di fregare gli altri»; tenendo pure conto del fatto che all'informazione "genuina" si aggiungono, senza essere di fatto bloccati, tutti quei filoni informativi "depistanti". In una società dove l'opinione pubblica ha un grande valore, bisogna difendere le opinioni stesse da false informazioni; sì, le leggi ci sono ma...
... per chiunque è più facile gettare altra polvere negli occhi piuttosto che cercare di fare chiarezza. Questo è fondamentale, perché da questo si deduce che ad una forza che sfrutta l'ignoranza collettiva, riesce più facilmente ad opporsi una forza della stessa natura. E purtroppo in una competizione politica in cui bisogna accapparrarsi più polli, i polli sanno giocare bene nel proprio ruolo.

Questo significa due cose: che in una democrazia siffatta la cultura tende ad abbassarsi, perché sono gli ignoranti, la maggioranza, a comandare; e che chiunque voglia diventare un capo di stato deve fare i conti con queste forze (e se due forze si mettono daccordo non c'è proprio spazio per gli altri, dato che tutto si risolve in "Io dò la colpa a te, che tu la dai a me"... Oohps, ma non è che così sto dando qualche suggerimento?!? Spero che non leggano questo post altrimenti si mettono daccordo davvero!)

Per quanto riguarda il primo punto voglio fare due esempi: il declino dell'istruzione pubblica italiana e quello dell'informazione. L'istruzione pubblica ormai è passata dalla formazione culturale alla produzione di tecnici, i quali stanno al servizio del sistema industriale. Non discuto che debba essere data tale possibilità, ma il problema è che non esiste un'informazione alternativa. L'istruzione si è adeguata alla cultura popolare, anziché curarsi di coltivare una diversa cultura. Per quanto riguarda i sistemi di comunicazione di massa, il discorso vale allo stesso modo, anche se il declino è più evidente; per contro la sua importanza è relativamente più bassa.

Tutto questo si aggiunga al quesito seguente: quante persone protestano per la propria squadra (di calcio, ovviamente!) del cuore, che non dà loro ricchezza, anzi esige spese (abbonamenti tv o stadio, spostamenti, periodici d'informazione), e quanti invece protestano per ciò che li riguarda davvero?

In un sistema simile chi davvero ti prende sul serio se vuoi combattere la criminalità organizzata sono quelle persone che controllano questo sistema; e sono molto pericolose tanto più ti trovi solo a combattere una battaglia contro nemici che possono agire nella confusione. E se vuoi opporti allo strapotere economico di alcuni gruppi industriali il cammino non è mica più facile! In tutto questo mi sembra che il popolo avente diritto al voto agisca, contro il potere costituito e a volte contro la criminalità organizzata come una specie di schermo che li protegge e li rende ancora più forti (è un po' come quello che accade in elettrostatica...).

Così io vedo la democrazia al giorno d'oggi!

01 February 2007

Visitors!

Sono tutt'altro che contrario alle visite nel mio blog, ma... chi è questo che non fa commenti ai miei post e pretende di fare pubblicità ad altri siti??? Aiutatemi!!!

08 January 2007

Ma proprio i comunisti?!?

L'arcivescovo di Varsavia si è disarcivescovisvarsavizzato!

22 December 2006

Si chiamava Indro

La federazione della stampa, dopo lo sciopero delle firme, ha deciso di proclamare tre giorni di sciopero. Allego il comunicato della fsni:

“I giornalisti italiani sono nuovamente costretti alla mobilitazione e allo sciopero a causa dell’atteggiamento di netta chiusura degli editori della Fieg, dell’Associazione dell’emittenza locale Aeranti-Corallo e dell’Agenzia per il Pubblico impiego Aran nelle vertenze per i rinnovi contrattuali della categoria.
La Giunta esecutiva della Fnsi e i rappresentanti dell’Associazioni regionali di stampa hanno tentato, fino in fondo, di trovare un’intesa con la Fieg per un accordo sulla proposta degli stessi editori di far slittare di due anni la trattativa per il rinnovo quadriennale del contratto.

Le proposte della Fieg sulla parte economica biennale, sul lavoro autonomo e sul recepimento della Legge 30 relativa alle flessibilità del mercato del lavoro, purtroppo non hanno consentito al Sindacato di trovare spazi di trattativa credibili. In particolare, sulla Legge 30 la Fieg si è dichiarata disponibile a discutere solo su quei pochi punti che la stessa legge demanda alla trattativa fra le parti. Per aspetti decisivi come il distacco, il trasferimento di rami di azienda o le cessioni, il lavoro in appalto, la Fieg ha escluso qualunque ipotesi di impegno meramente politico a contenere l’efficacia delle norme, preannunciando invece la piena applicabilità delle misure più pericolose per la professione giornalistica e l’autonomia della categoria.

Per il lavoro autonomo, la Fieg ha confermato di non ritenere il tema dei freelance e dei collaboratori un possibile oggetto di qualsivoglia trattativa futura. Gli editori hanno confermato di non essere controparte per regolare il lavoro autonomo e si sono limitati a confermare quanto è già scritto nel contratto per un esame del fenomeno di tipo statistico, respingendo quindi qualunque ipotesi di negoziato.

La Fnsi ritiene che un’intesa per un accordo biennale, una volta verificata l’attuale impossibilità di un contratto quadriennale per la distanza tra le due piattaforme, fosse possibile nel confronto di oggi e sia ancora raggiungibile se gli editori fossero disponibili a formulazioni avanzate e trasparenti. Il Sindacato dei giornalisti ha purtroppo dovuto verificare la rigidità della posizione della Fieg e quindi l’assenza di condizioni minime e credibili per un’intesa ragionevole.

Il Sindacato dei giornalisti deve inoltre registrare la totale assenza di un avanzamento delle posizioni di netta chiusura dell’associazione delle emittenti locali Aeranti-Corallo. Questa organizzazione, che oggi rappresenta aziende che occupano oltre mille giornalisti quasi tutti contrattualizzati, si ostina e respingere la piattaforma della Fnsi tendente a migliorare le condizioni di vita e di lavoro delle colleghe e dei colleghi uniformando, in particolare, il regime dell’orario di lavoro a quello degli altri giornalisti.

Il Sindacato non ha ancora ottenuto risposta dall’Aran alla richiesta di apertura delle trattative per il contratto dei giornalisti degli Uffici Stampa della Pubblica amministrazione. Una mancata risposta che contrasta con la recentissima sentenza del Tribunale del Lavoro di Roma che ha sancito la legittimità contrattuale della Fnsi peraltro chiaramente prevista dalla Legge 150/2000. Nei prossimi giorni il Sindacato dei giornalisti formalizzerà nuovamente all’Aran la richiesta di fissare la data di inizio delle trattative.”


Ora, con tutto che posso anche essere daccordo con le ragioni «per sé» dello sciopero, mi viene in mente la lotta che Montanelli condusse per riprendersi il proprio giornale, nel 1993. Allora, condusse quella battaglia, persa, quasi da solo, senza che vi fosse una presa di posizione da parte dell'ordine dei giornalisti. Non è strano che ora facciano tanto baccano per dei diritti che sentono propri, la mia opinione è che queste rivendicazioni arrivano un po' in ritardo. Fossimo tutti un po' più attenti ai diritti «degli altri» faremmo qualcosa in più anche per i «nostri».
Detto questo... buone feste, qualunque festa vogliate festeggiare!