04 April 2007

Sul rispetto delle regole

Vorrei riportare un sunto di un breve articolo apparso sul giornale di Sardegna poco tempo fa. S'intitola
"Stile inglese da imitare" - la non certezza della pena aumenta la voglia di trasgredire. Autrice dell'articolo, una giovane ingegnere (my sister :D), che si trova a Londra per lavoro.
Ha fatto le seguenti osservazioni, certamente niente di rivoluzionario, ma vale la pena di scriverlo su un blog, così com'è valsa la pena pubblicarlo su un quotidiano:

1. L'italia è un paese con tante leggi, ma c'è troppo protezionismo nei confronti dei delinquenti, e quindi spesso non vengono fatte rispettare; si pensi - aggiungo io - agli inviti rivolti da alcuni parlamentari a non pagare le tasse, o alle apologie degli evasori fiscali...

2. Ci sono paesi in cui le leggi vengono fatte rispettare senza bisogno di grandi sforzi coercitivi; esempio, in Inghilterra molti stadi non hanno recinzioni e anche solo per offese verbali si passano guai, e sono in pochi a lamentarsi (e viene data loro poca importanza)... ma l'Inghilterra non è la patria degli Hooligans? E che dire quel ragazzo che ha ucciso l'ispettore di polizia Raciti durante delle sommosse in occasione di Catania - Palermo? Mah...

3. La storia del diritto alla privacy non attacca in Inghilterra; cioè, ci sono tante telecamere di sorveglianza messe a presidio nei punti cruciali, e non ci si lamenta della privacy; qui non è che ci si lamenti tanto, a parte quando si parla di prevenire crimini.


Il punto che più mi affascina del discorso è che quando si instaura nei cittadini un senso di civiltà, non è necessario spendere tante risorse per far rispettare le leggi, anche perché saranno i cittadini stessi a difendere lo stato e non il criminale!


Detto questo, Buona Pasqua a tutti! (e anche buon ferragosto e buon natale...)